Vin Santo di Montepulciano, guida alla degustazione di un vino DOC
11 Giugno 2018
Tra le eccellenze enogastronomiche della Toscana è impossibile non annoverare il Vin Santo di Montepulciano.
È un vino DOC, che è riuscito ad ottenere la denominazione di origine controllata il 21 ottobre del 1996, ma le radici della sua eccellenza risalgono a tempi molto più antichi.
Grazie ai numerosi atti di vendita, risalenti all’età carolingia, sappiamo che la storia di questo vino è legata a doppio filo con la storia di famiglie nobiliari e aristocratiche.
Infatti, nel territorio di Siena e di Montepulciano, non è affatto rara la presenza di cantine nel sottosuolo di antichi palazzi signorili. Una parte di queste cantine resta tutt’oggi il luogo di invecchiamento di questo vino d’eccellenza toscano. Nella cantina storica di Borgo Tre Rose, infatti, viene stagionato il Vin Santo di Montepulciano.
Nel 1350 sono entrate in vigore le prime leggi per regolare l’esportazione del vino di Montepulciano che fin da allora era considerato un’eccellenza del territorio italiano. Sebbene sia esportato in tutto il mondo, degustarlo nei luoghi dove viene prodotto è un’esperienza che vale la pena concedersi.
Come nasce il Vin Santo
Nella produzione di questo vino dolce vengono impiegati vitigni Malvasia bianca, Trebbiano e Grechetto bianco, in proporzioni differenti a seconda del prodotto finale che si intende realizzare. Le due varianti più famose sono Riserva e Occhio di Pernice.
La gradazione alcolica può variare tra i 15° e i 17,5°, a seconda del bilanciamento di uve complementari la cui presenza, in ogni caso, non può ammontare a più di ⅓ nel prodotto finale.
La lavorazione del Vin Santo di Montepulciano è consentita unicamente nella provincia di Siena, in quanto risponde ai requisiti di idoneità dettati dal disciplinare di produzione. Ogni vino a denominazione di origine controllata “Vin Santo di Montepulciano” deve rispondere ad alcune specifiche.
Il colore deve risultare compreso tra una sfumatura di giallo dorato e ambrato intenso, il suo odore deve essere intenso, etereo e ricordare quello della frutta matura e infine il suo sapore è sempre vellutato, molto ampio, ben bilanciato e morbido, ma soprattutto caratterizzato da una intensa rotondità.
Le uve devono essere raccolte quando risultano pienamente mature e, dopo un’accurata selezione, lasciate negli “appassitoi”, luoghi ampi e moderatamente ventilati, presenti da secoli nelle strutture agricole della zona di Montepulciano. Successivamente, la fermentazione, la conservazione e l’invecchiamento, che dura minimo tre anni, avvengono in piccoli contenitori di legno nelle “vinsantaie”.
Come abbinare il Vin Santo di Montepulciano
Il Vin Santo di Montepulciano va degustato in piccoli bicchieri da vino passito a una temperatura di circa 12°.
A prescindere dalle specifiche varietà, il Vin Santo di Montepulciano è perfetto in abbinamento con la pasticceria secca, come crostate o biscotti, e soprattutto con i famosi cantucci toscani.
Consigliamo anche di degustarlo con dolci da forno, più morbidi, o con marzapane alle mandorle, cioccolata fondente e fichi secchi. Questi sapori, infatti, richiamano le fragranze complesse e avvolgenti che il Vin Santo di Montepulciano regala al palato. Ma, a differenza di quanto si pensa, questo vino può essere accompagnato anche da gusti sapidi.
Per i più audaci, il consiglio è quello di provare ad abbinare il Vin Santo di Montepulciano con un ottimo foie gras.
Se siete appassionati di vini italiani e non volete perdervi un’altra eccellenza della Toscana, vi consigliamo di dare uno sguardo a questo articolo del blog sul Vino Nobile di Montepulciano.